Come scegliere la miglior farina per la pizza

Miglior farina pizza

Come scegliere la miglior farina per la pizza fatta in casa

Come scegliere la  miglior farina per la pizza fatta in casa (napoletana o in teglia romana che sia)?  E come scegliere e usare le farine in base a forza (W), “tipi”, assorbimento minimo e altre caratteristiche da conoscere.

Ma insomma, quale farina ci vuole per una buona pizza fatta in casa? La risposta sta nella conoscenza delle farine stesse, purtroppo per voi che, prima di accingervi all’arte bianca con salsa rossa a mestolate, dovrete per forza di cose imparare a distinguere tipologie, pressione, estensione, tenacità.

Se a leggere di farine pare tutto sia il contrario di tutto, che slogan vuoti e pregiudizi abbiano preso il sopravvento, oggi facciamo chiarezza spiegandovi come scegliere la miglior farina per la pizza, attraverso concetti fondamentali: inutile indicare marchi a voi lettori, meglio darvi gli strumenti per scegliere da voi i mulini più adatti ai vostri impasti (e alle vostre tasche).

Poiché non vogliamo spaventarvi (troppo) con i tecnicismi, partiremo dai concetti più semplici per arrivare a quelli più complessi, dalla definizione di farina, grano tenero e maglia glutinica fino a stabilità e assorbimento minimo, passando per “i tipi” di farine e l’Alveografo di Chopin. Poi, alla fine, vi diremo anche quale farina usare per ogni tipologia di pizza, promesso.

Presto avrete, chiare, tutte le cose da sapere per sapere quale farina scegliere e usare per impastare la vostra pizza fatta in casa. Pronti? Che la forza sia con voi. W!scegliere-miglior-farina-per-pizza

Farina: una definizione

Diamo anzitutto qualche definizione: per farina alimentare si intende un prodotto della macinazione di semi, cereali o frutti secchi di svariate piante.
È possibile ottenere farina di grano, mais, farro riso, orzo, avena, segale, castagne, mandorle, grano saraceno e tanto altro ancora.
Comunemente però con il termine farina si è soliti indicare la farina di grano tenero, la più utilizzata in panificazione e in pasticceria; la farina di grano duro invece prende il nome di semola.

 

Grano tenero: non disdegnatelo

Il motivo della grande diffusione di questo cereale è presto detto: tra tutti, è quello con le caratteristiche tecniche più adatte alla panificazione e che vadano bene per il forno adatto.

Certo, con le dovute accortezze è possibile realizzare prodotti lievitati anche con altre farine, ma ciò non toglie che si debba scendere a determinati compromessi, anche per quanto riguarda il prodotto finale.
Il grano tenero è in grado di conferire struttura e stabilità alle preparazioni dedicate, standardizzando i processi e rendendo più semplici e maggiormente replicabili i risultati ottenuti.

 

Quale farina di tipo 00? ⌈VIDEO⌉

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato da scrivoperte

Laurea in Lettere moderne, Master in Public History, Master in Lingua italiana per stranieri, SEO Specialist, Copywriter freelance, Insegnante freelance Obiettivi: